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8 agosto 2021 | News
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Rapporto sulla violenza nella realtà giudiziaria

Lo scorso 16 luglio è stato presentato il “Rapporto sulla violenza di genere e domestica nella realtà giudiziaria”, approvato il 17 giugno 2021 (Doc. XXII-bis n. 4) dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere.

La Commissione ha, in particolare, il compito di “monitorare la concreta attuazione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica” (nota anche come Convenzione di Istanbul).


Secondo quanto si legge nel documento, la Commissione ha ritenuto importante accertare – attraverso la verifica della qualità della risposta giudiziaria ad alcune specifiche problematiche – se e come i princìpi fondamentali della stessa Convenzione abbiano assunto concreto rilievo, traducendosi in realtà operativa. L’attenzione si è concentrata soprattutto sugli aspetti maggiormente qualificanti dell’attività di alcuni uffici giudiziari, sintomatici del grado di efficacia dell’azione di contrasto, protezione e prevenzione della violenza domestica e di genere intrapresa dal nostro Paese; nel contempo, ha valutato il tema centrale della formazione e della specializzazione dei diversi protagonisti di questa azione di contrasto: magistrati, avvocati e consulenti tecnici (nello specifico: gli psicologi).

L’esito delle indagini svolte – secondo quanto riportato nel “Rapporto” – esprime una sostanziale difficoltà, anche di tipo culturale, nell’inquadrare e conoscere il fenomeno. Ciò comporta una sottovalutazione da parte di tutto il sistema dei fenomeni di violenza di genere e domestica, che non viene «letta» correttamente.


Appare dunque evidente che vi è ancora molto da fare perché il nostro «sistema Paese» possa definirsi davvero democratico, ovvero in grado di garantire alle donne la libertà da ogni forma di violenza. Tuttavia, se è vero che la fotografia della realtà giudiziaria emersa dal “Rapporto” segnala un ritardo nel percorso di adeguamento ai princìpi della Convenzione di Istanbul, sono molteplici le buone prassi e le collaborazioni interistituzionali che hanno consentito un decisivo passo avanti nella tutela delle donne vittime di violenza di genere.