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Donna uccisa dall'ex compagno: le ha sparato dopo una lite

Associazione Italiana Vittime della Violenza

Donna uccisa dall'ex compagno: le ha sparato dopo una lite

Notte di terrore in viale Amelia, nel quartiere Appio-Latino, vicino alla stazione Tuscolana, dove intorno alle 23.15 un uomo di 60 anni ha sparato all'ex compagna, Martina Scialdone, avvocato di 34 anni, uccidendola, dopo una lite avvenuta al ristorante «Brado». Costantino Bonaiuti - ingegnere di origine etiope, sindacalista di Assivolo, sindacato dei quadri Enav, ma anche responsabile di International Strategies per lo stesso ente, dove ha ricoperto il ruolo di consigliere nazionale  - era a cena con la donna, pare, per l'ultimo tentativo di riconciliazione dopo la rottura del rapporto. E però, invece di un arrivare a un chiarimento civile, il colloquio è degenerato in uno scontro dai toni sempre più accesi al punto che il proprietario del locale ha chiesto alla coppia di allontanarsi per non disturbare gli altri ospiti.

E stando alle prime informazioni raccolte dagli inquirenti la giovane avrebbe tentato di nascondersi nel bagno ma i responsabili del locale l'avrebbero fatta uscire. Fuori c'era l'uomo ad aspettarla. La lite si è protratta a lungo, sia all'interno che all'esterno. Sul luogo del delitto ad un certo punto è arrivato anche il fratello della vittima.

Appena uscito dal ristorante, infatti, l'aggressore, invece di placarsi ha impugnato l'arma  e l'ha rivolta contro l'ex compagna esplodendo un colpo. Subito dopo, è fuggito a bordo della propria auto in direzione di via Tuscolana. La donna è deceduta a causa della ferita letale provocata dal proiettile che l'ha raggiunta da una distanza molto ravvicinata: a nulla è valso l'intervento degli addetti del 118 che hanno provato a rianimarla. Nel frattempo, numerose pattuglie si sono mosse all'inseguimento dell'uomo, che è stato intercettato in zona Colle Salario, all'interno della sua abitazione, e sottoposto a stato di fermo. La salma della vittima è a disposizione dell'autorità giudiziaria e del medico legale per gli esami autoptici. Sul posto gli agenti della Squadra mobile e il pool antiviolenza della Procura. Dai primi riscontri la pistola usata da Bonaiuti risulta regolarmente denunciata per uso sportivo,  ma ne possedeva più di una. L'uomo vive a Fidene-Colle Salario e frequentava il poligono di Tor di Quinto, lo stesso dove era iscritto Claudio Campiti, il killer della strage di Fidene.

La pistola dell'omicidio è stata ritrovata a casa del killer che nella notte è stata anche perquisita. Dai primi accertamenti è anche emerso che la 34enne prima di essere uccisa avrebbe chiesto aiuto ad alcune persone che si trovavano al ristorante cercando di prendere tempo per poter tornare a casa ed evitare nuovi contatti con l'ingegnere che, evidentemente, ai suoi occhi si era già palesato come un personaggio pericoloso. Ma attorno a lei nessuno l'ha capito e comunque nessuno le avrebbe dato appoggio. «Martina aveva paura dell'ex compagno, molto più grande di lei, con cui stava da un paio d'anni. Probabilmente l'ha vista fragile e in lei la ragazza ha visto una figura paterna». É il racconto di Marita, vicina di casa di Martina: «Lui lavorava all'Enav, prima a Fiumicino e poi in un altro ufficio. Frequentava la casa dove Martina viveva con la mamma e il fratello, anche se alla mamma non piaceva».

«Esprimiamo a nome di tutta l'Associazione Nazionale Forense la nostra vicinanza e commozione alla famiglia, ai colleghi, all'Ordine degli Avvocati di Roma, per il brutale assassinio della nostra giovane collega Martina Scialdone. Un grande dolore per una giovane vita stroncata dalla sopraffazione e dalla violenza di un uomo, ennesimo femminicidio che con crudezza ci ricorda come la violenza di genere sia trasversale ad ogni classe sociale, economica e culturale», spiega il segretario dell'Associazione Nazionale Forense Giampaolo Di Marco. L'avvocato Scialdone, con studio professionale associato in via Panama, ai Parioli, era fra l'altro esperto in diritto di famiglia e nella sua breve carriera, aveva giurato nel 2021, si era occupata già di casi di separazioni, divorzi e anche maltrattamenti di uomini nei confronti delle partner. 

Sotto choc gli abitanti del quartiere, molti dei quali sono stati svegliati dal rumore degli spari e dalle urla. Sulla pagina Facebook «Quartiere Appio-Latino-Tuscolano» si sono subito moltiplicati i commenti degli utenti, increduli per l'accaduto: «Ecco cos'erano tutte quelle sirene... - scrive Emanuela S. - non posso crederci». E ancora: «In dieci minuti almeno venti macchine della polizia a fare da rastrellamento - interviene Angelo G. - Terribile...».